I dati: il patrimonio aziendale più sottovalutato.
Partiamo dal principio. Domani mattina, ti svegli e vuoi aprire un’azienda di successo. La prima cosa che ti viene in mente è che devi cercarti un buon commercialista; forse anche un notaio. Poi, probabilmente, pensi che faresti meglio a chiedere un finanziamento, per coprire le spese iniziali. A questo punto, di solito, ti chiedono di presentare un business plan. E allora ti affretti a scrivere pagine e pagine di descrizioni sulla tua azienda, sul tuo progetto, inserendo dati oggettivi e previsionali, dati che spieghino la tua impresa e le cifre che intendi raggiungere. Se tutto va bene, nel giro di poco potrai tirare su le serrande.
Poi, un bel giorno, intuisci che certi mercati, certi prodotti o servizi sono più redditizi di altri. E allora attivi una campagna di marketing per raccogliere dati sul territorio, sui gusti e le abitudini delle persone, per supportare la tua intuizione. Alla fine, i dati non ti danno pienamente ragione, ma, fortunatamente, guardandoli e studiandoli capisci quale strada percorrere.
Passano gli anni e, tra alti e bassi, la tua azienda cresce, cambiano le persone che ci lavorano, cambia modello di governance, cambiano le strategie e cresce la complessità dell’organizzazione. Però il capo del magazzino non è in buoni rapporti con la responsabile amministrativa, e non sempre le passa per tempo i dati di cui lei ha bisogno per emettere le fatture e pagare i fornitori. Di più: ogni tanto si avventura in qualche “vendita sottobanco”, facendo uscire dal magazzino prodotti senza lasciarne traccia.
Per fortuna te ne accorgi per tempo e fai installare da un tuo carissimo amico un impianto di videosorveglianza all’avanguardia, con telecamere a colori che permettono di zoomare e di registrare le conversazioni. Grazie a questo sistema, riesci a raccogliere i dati necessari a smascherarlo e lo licenzi.
Peccato, però, che lui ti trascini davanti a un giudice, che deciderà che la tua prova (la videoregistrazione) non solo è inammissibile, ma è anche illecita.
È illecita perché non hai tutelato i dati personali del tuo capo magazziniere, che taroccava i dati del magazzino per i suoi interessi personali e influenzava negativamente i dati gestionali e amministrativi, esponendoti anche al rischio di falso in bilancio.
Come vedi, i dati sono importantissimi per un’azienda. Sono più importanti dei soldi, perché è con i dati, che si hanno le informazioni necessarie per fare i soldi. Sono, lo strumento più potente e versatile che un’azienda possa avere. Sono un patrimonio imprescindibile a livello strategico e operativo, in sede di pianificazione e in ogni singola attività. Proprio per questo meritano di essere adeguatamente protetti e gestiti.
In Italia, oggi, uno spunto utile per la protezione dei dati ci arriva dal Codice in materia di protezione dei dati personali. Sì, è il Codice privacy. Sì, la privacy è quella cosa che tanto in Italia non esiste perché bla bla bla. Ma un dato personale resta pur sempre un dato. E tutti i dati si proteggono allo stesso modo.
Non pensi anche tu che valga la pena assicurarsi di aver protetto bene i tuoi dati?